Angelo Colocci

Angelo Colocci

Il mondo è unico e coincide con l’universo
(Vat. Lat. 3904, f.161v)

Angelo Colocci nacque il 24 luglio 1474 a Jesi da un’antica e nobile famiglia. 

Nel 1486 lo zio Francesco, insieme ad altri aristocratici, tentò di ribellarsi contro Papa Innocenzo VIII, ma il tentativo fu represso e parte della famiglia tra cui Angelo dovette andare in esilio a Napoli. Qui si formò nella cerchia di Giovanni Pontano, il grande umanista animatore dell’Accademia Pontaniana, che da lui prese il nome. Tornò a Jesi nel 1491-92 portando con sé una formazione umanistica e al tempo stesso politica. 

Dopo breve tempo si trasferì a Roma, dove iniziò il suo cursus honorum all’interno della corte pontificia, fino a diventare Tesoriere Generale nel 1538. Divenne quasi subito, già ai primi del Cinquecento, presidente dell’Accademia Romana fondata da Pomponio Leto, una tra le più importanti istituzioni culturali capitoline.                                                                                                      Era famoso per la sua arguzia e per le sue battute di spirito, aveva grande interesse per la poesia in volgare accompagnata dalla musica.

Fu anche il primo linguista a studiare la struttura delle lingue romanze, ricercando i caratteri profondi delle lingue neolatine.  Colocci fu anche il più importante collezionista di libri e di antichità di Roma. 

Divenne un uomo assai facoltoso e un abile investitore e speculatore edilizio. Risulta che fosse stato coinvolto finanziariamente, insieme ad Agostino Chigi, suo collega alla Segreteria apostolica, nella ristrutturazione dell’urbanistica di Roma progettata da Bramante nella prima decade del Cinquecento. Colocci investì infatti buona parte del suo patrimonio nel settore immobiliare, diventando proprietario di interi quartieri della città.  

Per tutta la vita studiò la metrologia,  che lui chiamava “podismo” (per via della misura base che era il piede romano) e la cosmologia: la ricerca della corrispondenza tra le misure del corpo umano e quelle del mondo lo guidò verso la comprensione della struttura numerica del cosmo.

Per comunanza di origine, le Marche, e per intelletto, Angelo Colocci era amico di Raffaello e questi trasse ispirazione proprio dagli studi di cosmologia del Colocci per dare vita, forme e colori a uno dei suoi più grandi capolavori, la Stanza della Segnatura Vaticana. 

Personaggio coltissimo e poliedrico, centrale nella cultura umanistica della Roma di Raffaello e Leone X e più tardi di Clemente VII, entrambi pontefici della casa Medici, Colocci resta ancora un mistero da chiarire, personaggio chiave non solo per Roma, ma anche per tutta la cultura umanistica italiana. 

La morte lo colse nel 1549.